YEMA E NEKA, INTEGRAZIONE
E SPERANZA NEL FILM
DEL GIOVANE MATTEO VALSECCHI

yema e neka immagimondoLECCO – L’associazione Les Cultures “inaugura” il pomeriggio di Immagimondo, proponendo, nella sala conferenza del Palazzo delle Paure, la proiezione del film “Yema e Neka“, ultima fatica del giovane regista valtellinese Matteo Valsecchi.

Maria Grazia Zanetti a nome di Les Cultures si è rivolta alla sala gremita di spettatori ricordando anzitutto il motto dell’associazione: “il nostro slogan, “nessuno escluso”, è l’ispirazione per il nostro lavoro: da venti anni, da quando abbiamo intuito il grosso problema derivante dalla gestione della diversità, ci impegniamo ad integrare chi arriva da lontano.

immagimondo maria grazia zanettiImmagimondo è il segno tangibile di Les Cultures sul territorio, anche se siamo sempre impegnati in attività meno evidenti: sosteniamo infatti due aree del mondo colpite da gravi difficoltà, il Niger, dove operiamo insieme ad altre associazioni del circondario, e in Ucraina, organizzando iniziative di accoglienza per bambini. Riteniamo che tutto sia possibile, se c’è volontà e se si mantiene sempre vivo e saldo il contatto con l’altro”. Zanetti ha inoltre invitato i presenti a visitare “confrontier”, la mostra del fotografo tedesco Kai Weidenhöfer sui “nuovi muri”, che pone particolare attenzione a otto muri che separano persone in tutto il mondo.

Dopo la proiezione del film, presentato al Trento Film Festival, e che racconta , sotto forma di documentario, la vicenda di nove ragazzi etiopi adottati da una famiglia milanese trasferitasi in Trentino, Matteo Valsecchi ha risposto alle domande del pubblico, curioso di saperne di più sulla realizzazione del progetto.

yema e neka mattia valsecchi regista immagimondo

“Ho saputo di quella particolare situazione ad una cena di famiglia, dal momento che mia madre è trentina: all’inizio non ci credevo, ma indagando e telefonando sono venuto a sapere della storia ma soprattutto del fatto che nessuno avesse ancora fatto un documentario su di loro. Mi sono subito fiondato in Trentino, a Montagne, dove abita la famiglia Crippa, e nel giro di alcuni mesi ho realizzato il tutto. Sono molto felice del risultato, perché spesso quando si intervista qualcuno si rischia che il risultato sia poco naturale; i ragazzi, invece, hanno “tolto la maschera” e si sono espressi in modo tranquillo e spontaneo: li avete conosciuti per quello che sono realmente”.

Il film, soprattutto in questo delicato periodo in cui sembra difficile abbattere la barriera tra popoli diversi, è una storia positiva di integrazione: “ritengo che il mio lavoro possa dare uno spiraglio di speranza, anche se la situazione dei ragazzi è molto diversa da quelle tragiche di cui parla la cronaca”, ha continuato il regista. I giovani etiopi protagonisti del film hanno più volte sottolineato, durante la proiezione, come fossero ancora in stretto contatto coi loro famigliari in Africa: “è importantissimo far sì che i due mondi che ha in sé una persona che va a vivere in un paese diverso da quello di origine continuino a convivere, e per questo noi di Les Cultures ci impegniamo affinché il luogo dove le persone con cui operiamo sono nate rimanga dentro di loro, pur aiutandoli ad integrarsi con la nuova cultura”, ha concluso Zanetti. Il regista ha infine concluso la conferenza anticipando le sue prossime “mosse”: “ora intendo procedere sulla via della fiction, costruendo una storia con degli attori, e non più un documentario”, ha terminato Valsecchi, prima di salutare il pubblico.