TARES, PER GLI ARTIGIANI “ENNESIMO SALASSO,
AUMENTI FINO A + 1000%”

LECCO – Non occorreva essere veggenti, afferma Confartigianato Lecco, per predire che con l’arrivo della Tares si sarebbe concretizzato un ennesimo salasso per diverse tipologie di imprese artigiane, con aumenti a dir poco stratosferici rispetto alla vecchia tassa sui rifiuti. Fra i casi segnalati da parte degli associati a Confartigianato Lecco, vi sono stati incrementi che hanno toccato addirittura il mille per cento. L’associazione di via Galilei lo aveva già calcolato all’inizio dell’anno, annunciando ciò che si sta puntualmente verificando in questi giorni con l’arrivo dei bollettini di pagamento.

RIVA daniele“E’ vero che i Comuni debbono attenersi al dettato di una legge nazionale, – dice Daniele Riva, presidente di Confartigianato Lecco – ma è anche vero che gli imprenditori non possono sopportare ulteriori aumenti di pressione fiscale, né l’incertezza sui tempi, le modalità e la correttezza dell’applicazione dei tributi. Anche per quanto riguarda l’Imu, non è giusto che gli immobili produttivi siano trattati alla stregua delle seconde case: i nostri laboratori vanno esentati dall’imposta perché sono la nostra prima casa. In definitiva, su Imu e Tares vanno trovate soluzioni che, oltre ad evitare l’inasprimento della tassazione, siano capaci di garantire la semplificazione impositiva e amministrativa”.

Il rinvio della Tares, inoltre, sta portando ad un accumularsi dei pagamenti nell’ultimo trimestre dell’anno, tra saldo Imu, acconto Irpef e, come anche i burocrati di Stato dovrebbero sapere, le tredicesime ai dipendenti che tra poco andranno ad appesantire ulteriormente i conti aziendali delle imprese.

Confartigianato Lecco si era attivata già prima dell’estate, anticipando in una lettera ai 90 sindaci del territorio la richiesta di mantenere al minimo la Tares, non infierendo più sulle imprese. Un appello che il presidente Daniele Riva supporta con solide motivazioni, quali le gravi difficoltà che le micro e piccole attività del territorio stanno vivendo in questa fase, così come evidenziano gli ultimi dati congiunturali riferiti alle imprese di produzione, di costruzioni e di servizi. “Molti artigiani – prosegue Riva – stanno vivendo il dilemma se pagare gli stipendi o le imposte, altre per farlo hanno chiesto credito in banca e non sempre lo hanno ottenuto. Senza dimenticare che la vita degli imprenditori non si limita all’impresa. In essa sono coinvolte le loro stesse famiglie ed anche quelle dei collaboratori e dipendenti: tutti chiamati ad adempiere al dovere di contribuenti, benché stressati finanziariamente. Ci sono inoltre stati segnalati dai nostri associati diversi errori nell’attribuzione delle categorie in base a cui viene calcolato il tributo, ad esempio esercizi artigianali scambiati per commerciali, con il conseguente incremento esponenziale dell’imposta”.

Per discutere di questi temi direttamente con gli Amministratori locali, Confartigianato chiederà nei prossimi giorni un incontro ai sindaci dei principali Comuni del Lecchese, quelli con maggior presenza di attività artigiane.