POSTE/CRESCE IL MALCONTENTO.
UN PRESIDIO DEI LAVORATORI
BOCCIA I NUOVI PROVVEDIMENTI

antonio pacifico cgilLECCO – Il 23 maggio venne indetto lo sciopero nazionale e vi aderirono l’80% dei lavoratori allo scopo di opporsi alle ultime modifiche del contratto di lavoro dei dipendenti delle Poste italiane. Da allora la vertenza dei sindacati prosegue senza sosta: questo pomeriggio di fronte alla Prefettura lecchese si è infatti tenuto un presidio allo scopo di sensibilizzare i cittadini, presente anche il vicesindaco Francesca Bonacina.

Tre le motivazioni unitarie per le sigle sindacali d’Italia, spiega il Antonio Pacifico del SLP-CISL, che spingono a questo presidio “in primo luogo la sensibilizzazione dei cittadini e la richiesta al Governo affinché non venga emessa un’ulteriore quota azionaria di Poste, che porterebbe alla perdita dei livelli occupazionali e all’impossibilità di gestire gli esuberi; inoltre è stato decretato il fallimento dell’organizzazione del recapito, ad esempio lo schema a giorni alterni fa sì che in 14 giorni di calendario il postino si vedrà al massimo 5 volte, inoltre i carichi di lavoro sono stati sfalzati e raddoppiati: orari moltiplicati e compiti dimezzati”.

presidio poste (1)Non finisce qui, ultimo punto preso in esame, ossia altro fronte da contestare, è relativo al personale degli sportelli, nonostante le modifiche si contano gli stessi uffici e un servizio decadente, con addetti che si vede continuare a mancare.

Verranno tagliati 7-8.000 posti di lavoro, gli stessi promessi dall’amministratore delegato attuale una volta inserito, e i danni verteranno soprattutto sulla digitalizzazione del lavoro: postini sovvertiti dal postino telematico, con palmari non funzionanti. Il disagio colpisce così sia la cittadinanza sia i postini oberati di lavoro, ma a cui viene negata la sicurezza e la continuità lavorative.

M.P.