MAGNI: “LECCO È CIRCONDATA
DAI PARCHEGGI, MANCA INVECE
UNA STRATEGIA PER ELIMINARLI

“Se non ci fossero assessori ai trasporti e alla viabilità, ma un unico assessore all’ambiente e mobilità.

Non intervengo sul centenario olmo di piazza-via Sassi. Anche se dichiaro di essere pienamente d’accordo con chi è contro la soluzione della sua scomparsa e abbattimento (taglio): semplicemente una mia dichiarazione del genere porterebbe “rogna” alla battaglia. Per posizioni semplicemente precostituite. E non si “finga di affidare” a un esperto decisioni di questo genere.

Intervengo invece sul problema parcheggi. Innanzitutto fa “specie” chiamare “riqualificazione” di una piazza la sua semplice riconferma a parcheggio. Anche se è sotto gli occhi di tutti che quella piazza è anche luogo di interscambio con la Ferrovia. Ma il problema è che Lecco è circondata da parcheggi e pare non saperlo. Di parcheggi ce ne sono e anche tanti. Il problema non è fare (o riconfermare) nuovi parcheggi, bensì cancellarli. Bene è stato descritto il problema dei parcheggi attuali dallo stesso Buizza.

Per quanto mi interessa, trovo che non ci sia affatto né strategia (teoria o visione) né atteggiamento empirico (pragmatico) da parte di questa Amministrazione o di una non casuale sua “parte”. Come si fa ad immaginare che alcuni parcheggi centrali come l’assurdo parcheggio di piazza Affari (ma non poteva avere altra destinazione quella piazza?), di via Cairoli, di piazza Mazzini, (per fare solo degli esempi non conclusivi) che sono un invito a entrare (spesso per puro esibizionismo) e sostare direttamente in centro, debbano essere incentivati (costare) al pari di altri un po’ più periferici, anche se in taluni casi, dopo effetti annuncio, che durano da anni, alcuni di questi sono ancora chiusi, per contenziosi dovuti a convenzioni folli, pregresse.

Se la strategia fosse cingere il centro di un adeguato sistemi di interscambio e di parcheggio, (come le mura di una antico borgo) si dovrebbe monitorare con relativa contezza l’uso della stessa cintura, quanti sono i vuoti e i pieni nelle sue diverse parti, da parte di chi, (provenienza dalle periferie, disabili, eventi…), e con che frequenza e soprattutto quali tempi di percorrenza. È noto un maggior uso dell’auto per viaggi brevi e brevissimi (meno di 10 minuti).

Se ci fosse una strategia bisognerebbe porsi il problema di come togliere di mezzo o disincentivare i parcheggi che portano in centro o quelli a raso e utili per fa

 

re cassa che stanno, a cielo aperto e a intermittenza, lungo via Digione e viale Dante, a prescindere che questi disincentivi possano permettere lo scoperchiamento del fiume Caldone. Augurabile la sua riqualificazione per chi scrive.

Se ci fosse una strategia bisognerebbe impedire che il centro di Lecco, senza dare a questo alcun privilegio rispetto a delle (quelle sì) riqualificabili periferie, diventasse luogo per incursioni e penetrazioni (orgasmiche?) di auto.

Bisognerebbe che ci fosse un solo Assessore alla mobilità, afferente a un competente e non residuale Assessore all’Ambiente, (che non metterebbe in conflitto piante e spazi) e non come ora che da padrone la fa un Assessorato alla viabilità completamente disgiunto da un Assessore ai trasporti che è per caso anche Assessore all’ambiente (o viceversa). Un problema strutturale dunque. Della vecchia serie “dividi e comanda”.

C’è da sperare, tornando, anche al tema iniziale, non voluto, che l’attuale Assessore all’ambiente difenda come meglio non si debba quella pianta, ma anche per inciso…altro, che dovrebbe/potrebbe decidere Lui, ma che strutturalmente è feudo di incursioni “maiores”.

E lasciamo perdere come se fossero essenziali all’analisi termini come “decoro, inciviltà e simili”. Termini che oramai si sprecano, anche se mai hanno spiegato alcunché.

Alessandro Magni