“LEGALIZZARE LA CANNABIS
PER COMBATTERE IL CRIMINE”.
LEU DOMENICA IN PIAZZA

liberi e ugualiLECCO – Domenica 18 febbraio dalle 16 alle 19 Liberi e Uguali sarà in piazza Garibaldi a Lecco per trattare il tema della legalizzazione e lotta alla criminalità organizzata. Presente anche Daniele Farina, candidato alla Camera dei Deputati per Leu nel collegio plurinominale di Lecco e primo firmatario della proposta di legge sulla cannabis legale in Italia.

“Noi crediamo che legalizzare significhi creare nuovi posti di lavoro, indebolire le organizzazioni criminali che basano la metà del loro guadagno sul commercio della cannabis, e portare benefici fiscali allo Stato e alla collettività. Una ricerca dell’Università di Messina, infatti, dimostra che se la cannabis fosse legalizzata, i guadagni per lo Stato oscillerebbero tra i 5,5 miliardi e gli 8,5 miliardi di euro. Inoltre l’esperienza degli stati che ne hanno regolamentato l’uso permette di dimostrare i molti altri benefici che la società trarrebbe dalla legalizzazione tra cui la depenalizzazione dei piccoli reati (con relativa diminuzione delle spese carcerarie) e il calo generale del consumo e del numero di reati legati allo spaccio”.

Daniele Farina Leu

Nella campagna elettorale torna il tema della sicurezza dei cittadini. Sempre come variabile di ordine pubblico. Mai rapporto sociale – spiega infatti Daniele Farina -. Che i cittadini non si curino più per i costi e i tempi del servizio sanitario non rientra infatti nel concetto di sicurezza ad uso elettorale. Che abbiano oggi un lavoro e domani no, neppure. Che dormano in una casa o in macchina , manco. Ma è dal 1999, a Milano, che questo strano concetto di sicurezza è diventato prevalente. Al punto che per legittimarlo si fa riferimento alla sicurezza percepita perché i dati statistici sulla effettiva frequenza dei reati raccontano una storia diversa. Ma anche rimanendo su questo terreno artificiale esistono politiche semplicissime, alternative, per la convivenza o sicurezza se vogliamo”.

Proviamo a immaginare i nostri quartieri, periferie, carceri se il mercato degli stupefacenti non fosse dato in concessione alla criminalità organizzata, come è ora, ma regolato dallo Stato. Una rivoluzione. Bastava approvare nell’ormai trascorsa legislatura un testo di legge sulla legalizzazione della cannabis per farla questa rivoluzione. Anche mancando il coraggio sul resto avrebbe radicalmente cambiato la situazione. Ma ovviamente non si è fatto. E si inseguono orribili fatti di cronaca nera senza neppure porsi la domanda: si potevano evitare? Assolutamente sì. Il tutto intrecciato con un deformato dibattito sull’immigrazione in un Paese che perde 150/200.000 abitanti ogni anno. Immigrazione clandestina perché di fatto non esistono più canali legali per entrare in Italia. Mentre un milione di giovani italiani aspetta ancora di diventare tale. Era molto difficile cambiare anche qui le norme? Ovviamente no. Ma non si è fatto. Meglio continuare ad agitare fantasmi, la sicurezza, e prendere in giro gli italiani”.