APPALTI TRUCCATI/ARRESTI A MONZA. C’E’ ANCHE BRAMBILLA, SEGRETARIO DI COMUNI LECCHESI

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Il Colonnello Salerno (foto da MBNews)

MONZA – E’ stato ribattezzato dai magistrati “Sistema Sangalli”, un giro di appalti e tangenti tra la grande azienda leader nello smaltimento rifiuti made in Monza e alcuni funzionari pubblici lombardi, piemontesi, laziali e pugliesi (solo quello per la raccolta nel Comune di Monza, assegnato nel 2009, valeva circa 127 milioni di euro). Vari appalti pubblici vinti illecitamente dalla Sangalli sono finiti sotto la lente dei magistrati e della Guardia di finanza monzesi, con sequestri per 14 milioni di euro. Disposte 41 misure cautelari.

Secondo il quotidiano on line MBNews, “al centro delle indagini delle Fiamme Gialle coordinate dai Pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo, la ditta Sangalli Giancarlo & C., arrestato ma associato ai domiciliari, ed i tre figli accompagnati in carcere nelle scorse ore in seguito all’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare”.

Indagati per corruzione e turbativa d’asta, l’assessore con delega all’ambiente della precedente giunta monzese, Giovanni Antonicelli (ai domiciliari), la dirigente del settore ambiente Gabriella Di Giuseppe (in carcere), il presidente ed un componente della commissione ambiente dell’epoca, rispettivamente Antonio Gabetta e Daniele Massimo Petrucci – oggi consigliere in Provincia di Monza e Brianza – (per entrambi obbligo di dimora), un membro della commissione giudicatrice della gara Claudio Brambilla – 64 anni di Desio, ex capo di gabinetto della giunta Mariani e attualmente segretario comunale in alcuni Comuni in provincia di Lecco (a Pasturo, Moggio e Cortenova) e Bergamo -, il consulente nominato per predisporre il capitolato tecnico Stefano Mambretti (entrambi ai domiciliari), il presidente ed il direttore generale di Amsa Milano in carica nel 2009, rispettivamente Sergio Galimberti e Salvatore Cappello (per loro obbligo di dimora). Sangalli Giancarlo, ed i figli Patrizia Annamaria, Daniela e Giorgio Giuseppe sono accusati di aver corrisposto una maxi tangente quantificata in oltre 1 milione di euro, suddivisa tra politici e funzionari del Comune di Monza, riuscendo a ’pilotare’ i lavori della Commissione Ambiente e la nomina dei membri della Commissione giudicatrice della gara. Inoltre l’impresa Sangalli avrebbe corrisposto 1 milione e mezzo di euro, ai due vertici di Amsa per evitare che partecipasse alla gara.