A ROMA L’ESPERIENZA DI SILEA
SUI COSTI DELLA DIFFERENZIATA

silea unitalia (2)ROMA – C’era anche il presidente di Silea Spa, Mauro Colombo, tra i relatori alla presentazione a Roma dello studio annuale sulla raccolta differenziata in Italia sviluppato da Utilitalia, in collaborazione con Bain & Company Italy. Silea è stata infatti scelta tra le società italiane del settore a portare la propria esperienza nell’ambito della presentazione del rapporto “Analisi dei costi della differenziata in Italia” – giunto alla terza edizione – che per la prima volta offre una visione integrata di tutte le tipologie di raccolta. Il campione coinvolto è pari a oltre 180 Comuni, rappresentativi del 29% del totale dei rifiuti urbani prodotti e di quasi il 30% del mercato nazionale, con una copertura geografica che va da nord a sud del Paese. Lo studio offre alcuni dati su tutte le principali voci che compongono il costo diretto di raccolta dei rifiuti, ossia i costi del personale operativo, i costi dei veicoli e degli strumenti operativi.

Dai dati presentati emerge che la raccolta differenziata, nel 2016, ha per la prima volta superato il 50% del totale della produzione rifiuti con un incremento di quasi 4 milioni di tonnellate negli ultimi 5 anni. A fronte di questo incremento i costi operativi diretti della raccolta sono passati da 2,6 miliardi di euro del 2007 a 3,4 miliardi di euro nel 2016, per un valore medio unitario per singola tonnellata che oggi ammonta a 126 euro a tonnellata.

Il sistema di raccolta con modalità porta a porta rappresenta oggi il 38% del totale dei volumi, rispetto al 62% del sistema di raccolta stradale, con un aumento del 12% dal 2007 ad oggi. Vanno bene le Regioni del nord, ormai prossime o che hanno già superato l’obiettivo del 65%. Quelle del sud mostrano accelerazioni importanti che potrebbero, anche nel breve periodo, spingerle ai livelli industriali di quelle più avanzate. Inoltre, l’aumento del porta a porta è particolarmente rilevante per comprendere le dinamiche di evoluzione dei costi. Questo sistema di raccolta infatti si conferma molto più oneroso rispetto a quello stradale: il porta-a-porta si attesta a 190 euro a tonnellata contro i 74 euro a tonnellata dello stradale. Il costo medio della raccolta differenziata è di 126 euro per tonnellata. Si tratta di un valore che cambia molto a seconda delle diverse categorie merceologiche: si passa dai 321 euro della plastica ai 191 della carta, dai 148 della frazione organica ai 90 del rifiuto residuo. L’incremento dei costi, in ogni caso, è stato mantenuto a livelli inferiori rispetto ad una loro evoluzione inerziale, con un efficientamento complessivo a livello di sistema superiore ai 400 milioni di euro all’anno.

silea unitalia (1)Silea – sottolinea Colombo – è tra le pochissime aziende del settore ad occuparsi del ciclo integrato dei rifiuti (dalle raccolte, igiene urbana, alla dotazione impiantistica di trattamento finale). Una caratteristica che ci ha permesso in questi anni, a fronte di una crescita significativa dei costi complessivi della gestione dei rifiuti registrata in tutta Italia, di avere un elevato livello di efficienza, che si è tradotto in un contenimento dei costi dei corrispettivi pagati dai Comuni nostri soci per l’attività che svolgiamo. Il fatto poi che fossimo già da tempo strutturati per la raccolta differenziata porta a porta, ci ha permesso di mantenere invariati i corrispettivi richiesti e, in qualche caso, addirittura di ridurli”.

“C’è un crescente impegno delle imprese per il miglioramento qualitativo e quantitativo della raccolta differenziata, per la sostenibilità ambientale – ha osservato Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia – per la piena attuazione dei principi dell’economia circolare e per la riduzione delle frazioni non utilmente riciclabili. I risultati sono importanti soprattutto proprio nell’ottica del Pacchetto dell’economa circolare che indica target ambiziosi da raggiungere non soltanto con una buona raccolta differenziata ma anche grazie a un adeguato sistema di impianti per il riciclo e recupero. È per questo che continua a preoccupare l’insufficiente dotazione di impianti in alcune aree del Paese, in particolare per la frazione organica”.