“LA NUOVA SEDE DEL PARCO
ADDA NORD CADE A PEZZI”

Egregio Direttore,
                               passando di fronte a
questo edificio “double-face” che incombe sulla ciclopedonale quasi al
confine con Olginate, non ci può non chiedere come mai il proprietario
abbia riqualificato ottimamente tre quarti del complesso, lasciandone
una parte diroccata e cadente, proprio fronte lago. Un residente
sentendo i perplessi commenti e  i basiti interrogativi degli astanti,
ha spiegato che la parte più “sgaruppata” è di proprietà del Parco Adda
Nord, mentre tutto il resto è del comune di Garlate, che ha da poco
provveduto a ristrutturare la parte di edificio che ospita il civico
museo della seta Abegg.

Non si comprende invece come sia possibile
lasciare tanto sfacelo in bella mostra, in una parte di territorio
molto frequentata durante tutto l’anno. Soprattutto nella buona
stagione si sommano agli abituali camminatori anche i turisti amanti
del mordi e fuggi che, nei prati vicini, organizzano ogni domenica di
bel tempo i loro pic-nic, con famigliole al seguito. Di fronte a loro
le bellezze di lago e montagna riconciliano il visitatore anche
occasionale con la natura e con quei ritmi di vita che ognuno di noi
vorre recuperare, almeno ogni tanto. Però se ci si gira verso
quell’obbrobrio, arriva un cazzotto nello stomaco che farebbe torcere
le budella anche a un fachiro. Ma non è finita!! Una sorta di decrepito
pollaio o deposito di attrezzi, con annesso tetto di lamiere
arrugginite e qualche lastra di vecchio Etenit al seguito, appena
dentro la recinzione fa bella mostra di sè. Questa è infatti la
ciliegina sulla torta, di cui si farebbe davvero a meno, soprattutto
quando si stanno gustando salsicce e dolcetti in pieno relax e in buona
salute.

Visto che il caseggiato sta davvero cadendo a pezzi e da molti
anni è in queste condizioni, ci permettiamo di dare un consiglio
disinteressato al presidente di quel parco: contatti il signor sindaco
del comune di Garlate che certamente è a conoscenza dell’esistenza di
questo ente e si faccia spiegare come si fa a recuperare l’edificio
prima che crolli addosso a qualcuno e si faccia anche dire dove ha
trovato i fondi necessari per realizzare una lodevole opera pubblica,
utile alla collettività sia dal punto di vista culturale e turistico
oltre che del “belvedere”..

Lettera firmata